Il Welfare Aziendale è una scoperta recente che ha avuto un forte impatto nel mondo del lavoro, ma altre pratiche pensate al benessere dei lavoratori hanno radici molto più antiche di quanto si possa pensare. Originario da una parola inglese che in italiano significa “benessere”, se vogliamo trovare la definizione al contesto aziendale di Welfare, è l’insieme di varie iniziative e piani messi in atto dalle imprese e dagli imprenditori al fine di migliorare lo stile di vita dei propri dipendenti.
Il primo modello di Welfare pensato nel mondo del lavoro risale ai tempi della rivoluzione aziendale, quando le popolazioni si spostarono in massa dalle campagne verso i centri più abitati, dove potevano ambire ad un posto come operaio nelle tante fabbriche presenti, soprattutto nel settore tessile. Questo spostamento di massa nelle grandi città mise in difficoltà inizialmente tante famiglie non abituate ad uno stile diverso da quello di campagna o paesi di dimensioni più contenute, così gli imprenditori di settori trainanti dell’economia nazionale in quel momento, sentirono l’esigenza di fornire assistenza e migliorare il benessere dei propri impiegati, mettendo a disposizione diverse strutture come case, scuole e vari luoghi di svago.
Andando avanti nel tempo, passando nella nostra epoca, chi ha aiutato la crescita dei servizi di Welfare Aziendale è stata la Luxottica con una iniziativa partita nel Dicembre del 2009, quando l’azienda studiò e mise in atto un piano di Welfare destinato alla popolazione operaia, contando circa 7,000 persone inserite nel programma. Si trattavano di beni e servizi che rispondevano alle esigenze dei dipendenti, riguardante il settore della salute, istruzione, mobilità, beni alimentari, e qualsiasi altro servizio utile alla causa dei lavoratori. Tutte modalità che risultavano essere utili ai lavoratori e fiscalmente più conveniente ai datori di lavoro.
Queste agevolazioni ebbero un’interruzione durante il periodo fascista, per riprendere nel dopoguerra grazie Adriano Olivetti. Progettò nella sua azienda ad Ivrea un dettagliato sistema di servizi, soprattutto riguardanti l’istruzione, l’infanzia e l’assistenza alla maternità. Il suo approccio diretto che coinvolgeva direttamente i dipendenti nella gestione e nella scelta dei piani di Welfare, ha influito sul rendimento di tutta l’azienda.
Ad oggi questa pratica sta avendo sempre più peso sociale, le aziende hanno iniziato a capire i reali vantaggi che ci sono usufruendo di queste piattaforme dedicate, abbattendo il carico fiscale, punto sul quale ha spinto molte PMI (Piccole e medie imprese) a valutare ed attuare questi progetti. Sarebbe sbagliato pensare a queste attività solo per ottenere degli sgravi fiscali, è solo una conseguenza al beneficio che si da agli impiegati soddisfacendo i loro bisogni personali, migliorando il clima e i rapporti nell’ambiente di lavoro.
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